venerdì 27 maggio 2011

Ragazzi vi ricordo di scrivere quì sotto il commento del libro " Firmino" di Sam Savage entro il 3 Giugno

23 commenti:

  1. SAM SAVAGE E' UNO SCRITTORE STATUNITENSE CRESCIUTO IN UNA CITTADINA DELLA CAROLINA DEL SUD NEL 1940 , A CAMDEN . OTTENNE UN DOTTORATO DI RICERCA IN FILOSOFIA A YALE , MA NEL PERIODO IN CUI INSEGNAVA PREVALEVA IL BISOGNO DI RICERCA INTERIORE . SPERIMENTO' TANTI ALTRI LAVORI COME IL FALEGNAME , IL PESCATORE , IL GRAFICO , IL MECCANICO DI BICICLETTE . QUELLA DI FIRMINO E' LA SUA PRIMA OPERA . VIENE SCRITTA IN UNA NOTTE DI VEGLIA . FIRMINO E' UN TOPO , ULTIMO DI UNA CUCCIOLATA CHE PER QUESTO MOTIVO NON POTE' AVERE UN NUTRIMENTO SISTEMATO COME TUTTI GLI ALTRI : L ' ISTINTO E LA VOGLIA DELLA SOPRAVVIVENZA LO AIUTARONO AD ANDARE AVANTI . IL SUO HABITAT SI TROVAVA IN UN NEGOZIO DI LIBRI CHIAMATO " PEMBROKE BOOKS " . TUTTO CIO' CHE STAVA INTORNO A LUI ERA UNA ENORMITA' DI LIBRI , DAL PAVIMENTO AL SOFFITTO . DATO CHE IL SUO SOSTENTAMENTO ERA SCARSO COMINCIO' A ROSICCHIARE I LIBRI E COL TEMPO DIVENNE UN ABITUDINE . POI NOTO' CHE OGNI LIBRO AVEVA UN SAPORE DIVERSO : DOLCE , AMARO , ASPRO , AGRODOLCE, SALATO . IL SAPORE DI OGNI PAGINA , FRASE E INFINE PAROLA SUSCITAVA NELLA MENTE RAPPRESENTAZIONI DI CUI NON SAPEVA NULLA , TANTO E' VERO CHE COMINCIO' A LEGGERE E PIU' LEGGEVA E MENO MANGIAVA PENTENDOSI DI AVER MANGIATO LIBRI E DI NON AVER CAPITO LA LORO IMPORTANZA . AVEVA FATTO ESPERIENZA ESTERNA ANDANDO IN GIRO CON LA MADRE E LA SORELLA MA RINUNCIO' : IL SUO POSTO ERA IN QUELLA LIBRERIA E COMINCIO' A ISPEZIONARLA DA CIMA A FONDO . TROVO' ALCUNE POSTAZIONI A LUI FAVOREVOLI E LE CHIAMO' LA " MONGOLFIERA " E IL " BALLATOIO " , DALLE QUALI VEDEVA I MOVIMENTI DEGLI UOMINI E SOPRATTUTTO NORMAN , IL LIBRAIO . LEGGENDO , FIRMINO SI IMMEDESIMAVA NEL PERSONAGGIO : LEGGEVA IL DIARIO DI ANNA FRANK E LUI ERA ANNA FRANK . LA SUA QUALITA' LETTERARIA FECE DIVENIRE IL SUO INTELLETTO AFFILATO COME I SUOI DENTI . CREDETTE CHE TUTTE LE VITE HANNO UN SIGNIFICATO E UN FINE E ANCHE LA SUA VITA POTEVA AVERE UN DESTINO E LO CERCO' NEI LIBRI . VIAGGIO' ORA A LONDRA CON DANIEL DEFOE AL TEMPO DELLA PESTE , ORA IN CINA CON IL VECCHIO TU FU CONTEMPLANDO IL PAESAGGIO , ORA IN ZATTERA CON HUCK E JIM . SI RAMMARICO' DI NON SAPER PARLARE O MEGLIO ESTERNARE I PROPRI PENSIERI . NELLA TESTA , TUTTE QUELLE FRASI ERANO IN VOLO MA NON SAREBBERO MAI USCITE DI LI' . MENTRE VIVEVA LE VARIE SITUAZIONI CHE GLI SI PRESENTAVANO , LA SUA MENTE ATTRIBUIVA LORO UN TITOLO ADATTO : CERCAVA DI ELABORARE UNA PROPRIA STORIA . CON IL LIBRAIO NORMAN POI EBBE UN BELLISSIMO RAPPORTO SOLO VISIVO E A SENSO UNICO . VEDERLO LO FACEVA PENSARE A COME ERA BELLO ESSERE UOMINI . FIRMINO , DUNQUE , AVEVA DELLE ASPIRAZIONI . LA VITA DI NORMAN LO STIMOLAVA , EGLI PRENDEVA IL LIBRO AFFONDANDO LA MANO NELLO SCAFFALE COME UNO SPADACCINO E LO TRAEVA FUORI , POI LO VENDEVA A CHI LO RICHIEDEVA , ANCHE A COLLEZIONISTI . IN MODO IRONICO FIRMINO GLI ATTRIBUI' LA DEFINIZIONE DI " SPADACCINO " E " CUSTODE DELLA CHIAVE DELLA CONOSCENZA " . CON LA PAROLA CHIAVE PENSAVA A SAN PIETRO ED ELEVO' NORMAN ALL ' IDEA DI SANTITA' . INTANTO SUL GIORNALE GLOBE SI LEGGEVA CHE IL QUARTIERE STORICO ERA ORMAI D ' INTRALCIO AL CAMMINO DEL PROGRESSO ED ANDAVA DEMOLITO : SAREBBE STATA COSTRUITA UNA SERIE DI EDIFICI GOVERNATIVI . TRA GLI APPICCHI DI FUOCO E GENTE CHE PIAN PIANO ANDAVA VIA , SCOLLAY SQUARE ANDAVA SVUOTANDOSI .

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  2. I MEZZI PESANTI COMINCIAVANO LA LORO OPERA . FIRMINO TROVO' UN ANELLO E LO MISE SOPRA UNA SCRIVANIA IN SEGNO DI AFFETTO , POI UNA ROSA NELLA TAZZA DI NORMAN , IL QUALE NON SI SPIEGAVA COME FOSSE FINITA LI' . FIRMINO ODIAVA IL SUO ASPETTO : AMAVA ESSERE FRED ASTAIRE E SI COMPORTAVA COME LUI , BALLANDO . AVEVA VISTO TANTI FILM SU DI LUI NEL " RIALTO THEATER " . SUO MALGRADO SCOPRI' COME GLI ESTREMI ALLA FINE FINISCANO PER FONDERSI , AD ESEMPIO : LA TRANQUILLITA' DELLA PACE IN CLAMORE DI GUERRA , IMMENSO AMORE DIVENTA IMMENSO ODIO , GRANDE INTIMITA' GENERE IMMENSA ESTRANEITA' E COSI' SUCCESSE CHE NORMAN , MENTRE SI STIRACCHIAVA , BUTTAVA GLI OCCHI IN SU’ E FIRMINO GUARDAVA LUI DALL ' ALTO E SCAPPO' . IL GIORNO DOPO C ' ERANO ALCUNE PALLINE CILINDRICHE DELIZIOSE CHE FIRMINO MANGIO' . PER LUI , NORMAN LO VOLEVA BENE IN QUELL ' INCROCIO DI OCCHI , MA BEN PRESTO CAPI' CHE I " NORMANS " COME LI AVEVA DEFINITI ERANO VELENO PER TOPI . CROLLO' COSI' IL SUO SOGNO DI ESSERE AMATO DALL ' UOMO : NORMAN ERA L ' ENNESIMO PERSONAGGIO CREATO DAI SUOI SOGNI . DOPO ESSERSI RIPRESO , FIRMINO SI SPINSE OLTRE SCOLLAY SQUARE E , COLPITO DA UN BASTONE E STORDITO , SI RITROVO' IN UNA SCATOLA AL CALDUCCIO SALVATO DA JERRY MAGOON , IL TIZIO CON LA BICI CHE SPESSO ANDAVA A TROVARE NORMAN . JERRY ERA UN TIPO COSCIENZIOSO , PARSIMONIOSO QUANDO ERA SOBRIO . SORRIDEVA QUANDO TROVAVA FIRMINO A LEGGERE . AGGIUSTAVA E RIVENDEVA OGGETTI TROVATI IN STRADA . PORTO' ANCHE UN PICCOLO PIANOFORTE GIOCATTOLO CHE RIPARO' E FIRMINO NE FECE IL SUO STRUMENTO MUSICALE TRA LE RISA DI JERRY . JERRY SCRIVEVA ROMANZI E LI AUTOGRAFAVA , ADDIRITTURA LI CUCIVA LUI , LI PUNZONAVA INSIEME ALLE COPERTINE FATTE DI CARTONE MARRONE E SOPRA SCRIVEVA IL TITOLO A LETTERE CUBITALI . ERA UN RIVOLUZIONARIO . PARLAVA DEI SUOI SOGNI ANCHE A FIRMINO . UN GIORNO , MENTRE SI RITIRAVA A CASA CADDE DALLE SCALE E NON RITORNO' PIU' . COSI' FIRMINO DOVETTE ARRANGIARSI A VIVERE . INTANTO LA DEMOLIZIONE DELLA ZONA PROSEGUIVA ED IL GIORNALE GLOBE PUBBLICO' UN SERVIZIO SUI RATTI PER QUANTI NE USCIRONO IN FUGA . STANCO DI GUARDARE IL MONDO ATTRAVERSO LE FESSURE , COMINCIO' A CERCARE IL SUO PRIMO LIBRO CHE AVEVA ANCORA I SEGNI DEI SUOI DENTI DA LATTE . LO PORTO' IN UN ANGOLO E CI SI MISE DENTRO,FELICE DI AVER VISSUTO LA SUA VITA . INTANTO I RUMORI ESTERNI SI MESCOLAVANO AI RUMORI DELLA SUA FANTASIA DATI DA TUTTO CIO' CHE AVEVA LETTO . PENSAVA CHE QUANDO SI ARRIVA ALLA FINE LE PAROLE HANNO STESSO SIGNIFICATO , SIA DETTE DA UN "GRANDE" CHE DA UN "PICCOLO". SE SI POTESSE GUARDARE ATTRAVERSO GLI OCCHI E IL SENTIMENTO DI UN'ALTRA CREATURA , SI POTREBBE DIRE DELL'UOMO CHE HA DOLORE DI NON POTER ESSERE QUELLO CHE VUOLE : QUANTE VOLTE CAPITA DI VOLER SOMIGLIARE A UN UCCELLO POICHE’ DALL ‘ ALTO NEL CIELO HA LA SUA LIBERTA’ INFINITA , VEDE LE COSE DEL MONDO CON DISTACCO E QUANDO VUOLE PUO’ CAMBIARE ZONA . NEL MOMENTO IN CUI CI SI VORREBBE IDENTIFICARE NELL ‘ ALTRO C ‘ E’ IL RISCHIO DI NON ESSERE SE STESSO E ABBRACCIARE COSE CHE NON SONO LE PROPRIE . INTANTO VEDERE TUTTO CON GLI OCCHI DI UN PICCOLO ANIMALE , ALL ‘ INIZIO MI HA STRATTONATO E ANCHE DISGUSTATO ; IMMERGENDOMI CON UN PO DI FATICA NELLA LETTURA ( DATO CHE L ‘ AUTORE HA USATO TROPPA FILOSOFIA SECONDO ME ) HO CONSTATATO E ACCETTATO COME INSEGNAMENTO DI VITA ALCUNE COSE , NON BISOGNA PENSARE PER FORZA DI ESSERE FIRMINO IN QUESTA STORIA . PENSO CHE LO SCRITTORE ABBIA SCELTO UN TOPO COME PROTAGONISTA , PERCHE’ SE CI VOGLIO PENSARE POTREBBE AVERE ALCUNE SIMILITUDINI CON L ‘ UOMO : LA SUA MALINCONIA , L ‘ ABBATTIMENTO MORALE , QUANDO VARIE SITUAZIONI DI VITA NON DANNO FACILMENTE LA SPERANZA DI TIRARSI FUORI , DI ESSERE ACCETTATI DAGLI ALTRI PER COME SI E’ . FIRMINO E’ DA CONSIDERARSI CERTAMENTE UNA METAFORA : PUO’ RAPPRESENTARE L ‘ UOMO MESSO DAVANTI AI CAMBIAMENTI FORZATI E NON LI ACCETTA E SI RIFUGIA NEI SOGNI CHE IN QUALCHE MODO LO HANNO FATTO VIVERE .

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  3. I LIBRI GLI HANNO DATO LA POSSIBILITA’ DI ESSERE QUELLO CHE HA VOLUTO , SOPRATTUTTO IN DIVERSI MODI . MA QUANDO LA REALTA’ AVANZA RITORNA IN SE’ PERCIO’ SI DEVE SCEGLIERE : CONTINUARE CON LE INNOVAZIONI RISCHIANDO TUTTO O RITORNARE INDIETRO A DOVE SI E’ NATI , AL MONDO TRADIZIONALE , A CIO’ CHE SI CONOSCE ANCHE SE E’ UN MONDO VECCHIO MA SICURO , MA DI QUESTI TEMPI VOGLIO AGGIUNGERE CHE E’ UN BENE RITORNARE ALLE COSE DI PRIMA POICHE’ LE TROPPE INNOVAZIONI HANNO ATTESTATO CHE NON SEMPRE LE STRADE HANNO UNA VIA DI USCITA .

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  4. Ben dettagliato il tuo lavoro, sopratutto il riassunto! Bravo! spero che il romanzo ti sia piaciuto

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Firmino è un ratto, nato in una libreria da una pantegana alcolizzata che non riesce a nutrirlo perché ha solo 12 capezzoli, mentre firmino è il 13esimo nato e il più debole. Per non morire di fame, inizia a mangiare la carta con cui la madre ha fatto il nido, ma ben presto scoprirà che i libri non sono buoni solo da mangiare...e diventerà un lettore vorace, veloce, intelligente. E si identificherà nei libri che legge, è un Don Chisciotte con la coda, che dialoga con i Grandi del passato, che immagina di vivere con loro e come loro, grazie alla sua immensa immaginazione e capacità di crearsi "scenette mentali".Spiritoso, sfigato e malinconico, Firmino vorrebbe essere un umano, e detesta i limiti che la sua razza gli impone. Vorrebbe essere amico del libraio, ma scopre che degli umani non ci si può fidare...non di tutti, almeno.
    Un ratto che ama i buoni libri e vorrebbe poter comunicare quello che pensa. Testimone del terribile destino del quartiere dove abita, Firmino è sempre più solo e depresso, e il tono delle sue memorie si fa sempre più cupo quando anche i libri lo abbandonano. Un libro che sembra scritto nel secolo scorso ma che è attuale perché parla di temi sempre attuali: la diversità, la paura degli altri, la letteratura, l'essere uomini, il non essere uomini. "Firmino" è la storia di un topo che nato e costretto a vivere all'interno di una libreria finisce con l'identificarsi con il librario finendo col credere di essere anch'esso un essere umano invece che un ratto. Firmino è anche un quasi scrittore che tutto il giorno, tutti i giorni, non fa che pensare al libro che potrebbe e vorrebbe scrivere. E Firmino è anche un quasi umano che tutto il giorno, tutti i giorni, non fa che pensare ai discorsi che potrebbe e vorrebbe pronunciare . Firmino va al vecchio cinema Rialto tutte le sere per perdersi nei vecchi film in bianco e nero e scordarsi cosa è e per illudersi su chi non sarà mai. Firmino insomma è il sognatore che c'è in ciascuno di noi. Il sognatore che crede di poter fermare la storia che invece avanza e neanche si accorge di quelli che travolge nella sua avanzata.

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  7. Questo commento è di Orazio Di Maggio che non è riuscito a caricarlo.
    Firmino:
    Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. È il
    tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha
    solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento.
    Scoraggiato,
    si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad
    assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più
    buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi
    eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia,
    Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per
    l'attuazione del nuovo piano edilizio.
    I protagonisti di questo delicatissimo romanzo di Sam Savage, uno
    stupefacente
    autore esordiente, non sono i libri, come potrebbe sembrare, e neanche il
    cinema, come si direbbe inoltrandosi nella lettura, ma è quel lento, magico
    processo di nutrimento culturale che, attraverso le parole e le immagini,
    alimenta il nostro spirito. Una ricerca incessante di senso che riguarda
    tutti
    i piccoli curiosi roditori del mondo: voraci come topi, insaziabili, spesso
    invisibili. Nelle oscure cantine delle nostre città un esercito di piccoli
    pensatori divora le idee del mondo. Tutti quelli che, come il nostro
    Firmino,
    ogni giorno affrontano la prova decisiva con loro stessi, con la loro
    immagine,
    con il disincanto e la disillusione. Firmino coglie fino in fondo tutte le
    occasioni che la vita gli offre, senza rendersi conto, alla fine, di essere
    diventato per noi lettori come uno dei personaggi letterari che hanno
    popolato
    la sua vita.
    L'atmosfera del racconto è malinconica: quasi ipnotizza con lo scorrere
    delle
    parole e delle frasi. Ed ora il lato negativo. Uno solo ma importantissimo:
    la
    storia non regge. Si arriva alla fine della storia e ci si chiede: e quindi?
    Dove siamo andati a parare?
    Buona idea, buono stile ma storia debole.

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  8. Un romanzo di Sam Savage edito da Einaudi. Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. E' il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia, Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per l'attuazione del nuovo piano edilizio. Spiritoso, sfigato e malinconico, Firmino vorrebbe essere un umano, e detesta i limiti che la sua razza gli impone. Vorrebbe essere amico del libraio, ma scopre che degli umani non ci si può fidare...non di tutti, almeno.
    Un ratto che ama i buoni libri e la pornografia, e vorrebbe poter comunicare quello che pensa. Testimone del terribile destino del quartiere dove abita, Firmino è sempre più solo e depresso, e il tono delle sue memorie si fa sempre più cupo quando anche i libri lo abbandonano. il narratore è Firmino stesso, e fa morire dal ridere spesso si rivolge direttamente al lettore, una scrittura decisamente coinvolgente e mai noiosa.

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  9. Firmino è un topo, l’ultimo di tredici fratelli, nati negli anni Sessanta in una tana di fortuna ricavata dalla mamma Flo nello scantinato di una libreria a Boston. La madre ha solo dodici mammelle e Firmino che è il fratello più debole, non riesce a nutrirsi del latte della madre. Per lui non c'è nulla da mangiare in questo rifugio, se non i tanti, tantissimi libri polverosi raccolti sugli scaffali. Firmino è il più debole, il più gracile dei fratelli e questo segna la sua esistenza sin dal primo giorno. Non ancora svezzato, si accorge di essere molto attratto dalla carta stampata, che diventa per lui quasi una droga di cui si deve continuamente cibare. Ben presto scopre di soffrire d’ipertrofia lessicale e intuisce che i libri più buoni da mangiare sono anche quelli più belli. E la sua gran fame diventa così anche voglia di capire, di inglobare, di assorbire ciò che in quelle pagine è scritto. Parole che può leggere e pensare ma che, a causa della sua realtà animale, non può pronunciare. Questa fisicità che lo limita lo rende uomo solo spiritualmente, mentre la sua voglia di letteratura lo condiziona facendo di lui un topo solo. Allontanato dalla sua famiglia e incapace di comunicare con gli umani che ama e mitizza, Firmino presto comprende che un topo letterato è un topo abbandonato. Certo non può vivere la sua intera esistenza nella libreria e, giunto all'idea di non mangiare più quei libri così importanti, è costretto a uscire per procurarsi il cibo e così scopre che le storie possono anche essere raccontate in un film. Il cinema, ricco di caramelle e pop corn da sgranocchiare, diventa una passione al pari della letteratura. Firmino si crede un umano, ha sentimenti e desideri umani. Si affeziona al proprietario della libreria in cui vive e rimane delusissimo quando questo cerca di avvelenarlo. Diventa poi amico di uno pseudo scrittore che lo prende a vivere con sé, finché non muore. In un finale malinconico, Firmino assiste alla demolizione della libreria, in cui era nato, per opera delle ruspe per l'attuazione del nuovo piano edilizio. Il libro è un inno alla non accettazione della propria diversità. È un vero e proprio romanzo di formazione che vede il povero Firmino intento nell’impresa di conoscere il mondo. Ma un topo nato e cresciuto tra i grandi maestri della letteratura mondiale ha un solo strumento per interpretare la realtà, cioè la fantasia. Fuori dalla sua tana, alla scoperta del mondo, Firmino può finalmente mettere la letteratura alla prova dei fatti. Le donne di Lawrence, le paure di Anna Frank, il mondo intero di Oliver Twist si sgretola di fronte a una realtà difficile e crudele, dove le immagini incantevoli legate alla lettura lasciano il posto agli incubi di una vita di stenti. Firmino, osserva e sogna, cercando fuori dagli scaffali tutta la fascinazione che l’ha nutrito durante l’infanzia e trovandosi alla fine al cospetto del più grande spettacolo del secolo passato: il cinema. Il protagonista di questo romanzo è quell’arricchimento di cultura che Firmino ci trasmette citando libri molto importanti della storia

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  10. FIRMINO
    Sam Savage, autore del libro “Firmino”, nasce nel South Carolina nel 1940. Dapprima professore di filosofia, successivamente meccanico di biciclette e pescatore, Savage debutto nel mondo della letteratura con questo suo famosissimo romanzo.
    Firmino è un topolino metropolitano, figlio di Flo (pantegana ubriacona),nato in una vecchia libreria abbandonata e ultimo nascituro di una cucciolata di tredici roditori . La madre, avendo soltanto 12 capezzoli per allattare, non può nutrire Firmino, il tredicesimo nato, che quindi deve arrangiarsi da solo per non morire di fame. Inizia così a nutrirsi della carta dei libri, che diventerà per il protagonista una vera e propria droga. Capirà soltanto dopo che oltre a essere molto buoni, i libri, sono anche molto interessanti e incomincerà ad amarli; tramite la sua immaginazione riuscirà persino ad immergersi in ogni racconto, di conoscere i grandi personaggi del passato e di vivere con loro. Il suo più grande desiderio diventerà quello di essere un umano,quindi di poter parlare ed esprimere le proprie opinioni, cose che da roditore non può assolutamente fare. Nel corso della storia però, il protagonista comprenderà che tuttavia gli esseri umani sono malvagi: l’esempio più significativo è la figura del proprietario della libreriam, Norman che, al contrario di come pensava Firmino, non tiene assolutamente a lui e cerca addirittura di avvelenarlo. L’unico essere umano “amico” di Firmino è Jerry: quest’ultimo infatti lo salva a Scollay Square, dopo che il roditore viene stordito da un colpo di bastone. La vicenda si concluderà con la distruzione della vecchia biblioteca da parte delle ruspe, per la realizzazione di un nuovi edifici. Firmino è sì il protagonista, ma anche il narratore della storia: ha un approccio diretto con il lettore, utilizzando una scrittura coinvolgente e mai noiosa.
    Il libro è molto interessante e soprattutto appassionante; al tempo stesso racchiude uno degli insegnamenti fondamentali della vita: come Firmino, ognuno di noi deve imparare a cavarsela da solo anche se alla fine non tutto si può risolve. La cosa importate è che, quando i problemi ci sbarrano la strada, noi dobbiamo affrontarli con decisione senza alcuna paura. I mezzi per sconfiggerli sono tanti: non si dovrebbe evadere dalla realtà e proiettarsi in un mondo immaginari proprio come fa Firmino, bensì utilizzare la ragione e la sapienza come arma principale.

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  11. Questo commento è di Davide Milazzo che non è riuscito a caricarlo :

    il protagonista del libro è il topo Firmino,ultimo dei 13 figli della topa Flo.Tutta la famiglia vive in uno scantinato di una libreria,dove ci sono tanti libri e tanta carta.La mamma topa la sera esce a cercare cibo e a volte ritorna ubriaca,i figli più piccoli si attaccano per bere il latte,Firmino a volte non ci riesce perchè è piccolo e fragile.Firmino comincia a guardare con curiosità i libri e la carta e inizia a cibarsi di questi.Con il passare del tempo si accorge che è meglio leggere i libri invece di mangiarne i fogli.Si rende conto che è molto bello leggere anche se lui essendo un topo non può pronunciare le parole che legge.Quando la madre considera i figli grandi da potere procurarsi il cibo da soli li lascia,allora Firmino trova il modo di salire al piano superiore,dove c'è la libreria e lì trascorre notti intere a leggere.Si affeziona al proprietario della libreria,di nome Norman,al quale fa anche dei regali come una rosa che lascia sulla scrivania.Firmino esce dalla libreria e scopre l'esistenza di un cinema:il Rialto,dal quale guarda tanti film con passione.Lui è un topo diverso dagli altri,ma non è nemmeno un uomo e per questo soffre e si sente abbandonato.Si illude che Norman possa provare affetto per lui,ma rimarrà deluso quando il proprietario della libreria si accorgerà della sua presenza e metterà per terra del cibo per uccide i ratti.Ma Firmino si distrae attraverso la lettura e il cinema,si identifica nei personaggi e sogna ad ochhi aperti,fantasticando di trovarsi in altri luoghi.Un giorno uscendo dal negozio ,Firmino,viene bastonato e soccorso da uno scrittore ,Jerry che abita sopra la libreria e lo porta con se a casa.Firmino si affeziona molto a Jerry che lo tratta bene,che si diverte a vederlo dvanti ai libri e a vederlo suonare un vecchio pianoforte.Firmino si lascia prendere pure dalla musica e dal suo fascino.Purtroppo Jerry ha un malore e non tornerà più in quella casa,Firmino invece vi rimane legato ai suoi ricordi,alle sue fantasie,alla letteratura,ai protagonisti delle storie lette etc...La fine della storia è molto triste perchè Firmino assiste alla distruzione ella libreria e di tante altre costruzioni,ma ciò che gli rimane dentro e nessuno può toglierli è tutto quello che ha imparato attraverso la lettura.Firmino è un personaggio simpatico a cui ci si affeziona subito perchè ci appare debole,indifeso e diverso dagli altri topi perchè è un topo colto.Lui rappresenta la parte di ognuno di noi che è appassionata di lettura,di conoscenza,desiderosa di sapere.In Firmino si identificano tutti quelli che considerano la lettura qualcosa di prezioso.

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  12. Firmino è il primo romanzo dello scrittore Sam Savage nato a camden nel 1940. Questa storia è ambientata a Boston e si svolge dentro una libreria chiamata “Pembroke Books”. Il protagonista è un topo di nome Firmino, 13esimo figlio della topa Flo, che si ciba di libri a causa della prepotenza dei fratelli ma in seguito inizia a leggerli. In poco tempo Firmino inizia a esplorare la libreria e comincia a vedere il proprietario della libreria, Norman Shine, come qualcosa di utile per lo studio degli uomini a cui lui si sente particolarmente legato. Purtroppo a causa del suo interesse per gli uomini viene messo da parte dagli altri della sua specie. Firmino ha bisogno di mostrare al mondo e a se stesso che non è come gli altri topi ma è speciale. Ma quando Norman cerca di avvelenarlo Firmino si sente tradito e scappa verso il parco per incontrare altri umani e dopo essere scappato da alcuni che cercavano di bastonarlo viene accolto da uno scrittore di nome Jerry Magoon che lo rende più civile. Ma quando Jerry, lo scrittore a cui Firmino si era affezionato muore, il quartiere dove viveva Firmino viene lentamente distrutto ed egli si trova solo ed avverte la vecchiaia causata da tutti quei problemi. Questo romanzo non mi è piaciuto granché perché leggendolo mi ha trasmesso solo sentimenti negativi e compassione comunque credo che il messaggio che lo scrittore ci vuole fare arrivare è che molti di noi sono imprigionati in un mondo in cui non vengono accettati e che per questo cercano di estraniarsi attraverso i libri ma ciò è sbagliato perché ci farebbe fare la fine di Firmino cioè solo e senza speranze.

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  13. Commento di Andrea Pandolfo che non riesce a caricarlo.
    La storia è ambientata nella Boston dei primi anni del ’60 e ha inizio quando una pantegana di nome Flo da alla luce 13 piccoli ratti, tra cui Firmino, un ratto particolarmente esile che non riesce a farsi strada tra i suoi fratelli per poter succhiare il latte materno. Ciò Firmino a cominciare a rosicchiare le miriadi di libri presenti nella stanza che scoprirà essere il seminterrato di una libreria di nome “Pembroke Books”. Pian piano comincia anche a leggere i libri che mangia fino a smettere di divorare interi volumi e iniziare a leggerli accuratamente. Il tempo passa e gli altri membri della famiglia vanno per la loro strada esplorando il mondo, tutti tranne Firmino che all' esterno preferisce la sicurezza del negozio di libri. Qui trascorre le giornate a sognare a occhi aperti e fantasticare immedesimandosi nelle migliaia di racconti letti; instaura, anzi, immagina di instaurare un rapporto speciale con il proprietario della libreria (che considera un essere umano pieno esclusivamente di bontà e amore) Norman Shine; sentimento ovviamente non ricambiato da Norman che vede in Firmino soltanto un ratto infestatore e, di conseguenza, tenta di avvelenarlo. In quest’atto Firmino vede un amore tradito e apre gli occhi su Shine. Riaddentratosi nel suo stato malinconico in cui non vuole essere un ratto bensì un uomo cerca invano di comunicare con essi con svariati metodi. Durante uno di questi tentativi Firmino incontra Jerry Magoon, uno scrittore di mezz’età che si prende cura di lui (aveva una zampetta rotta a causa di una bastonata ricevuta) e lo porta a vivere nella sua camera d’albergo. Qui Firmino guarisce e anche con Jerry instaura un rapporto di grande amicizia stavolta ricambiato, anche se Jerry vede in Firmino una specie di animale domestico e non il grande letterato che Firmino vorrebbe che vedesse. Purtroppo un giorno Jerry ha un incidente e dopo poco tempo muore, lasciando Firmino alla più triste e malinconica solitudine. A questo stato drammatico si aggiunge l’imminente distruzione del quartiere per fare spazio a un nuovo piano edilizio; durante la demolizione della libreria Firmino vede crollare tutto il suo mondo e negli ultimi istanti di vita si abbandona alla lettura per poter sognare ancora. Già, i sogni, quello di cui è fatta la vita come dimostra Firmino che ha passato la sua esistenza sognando di essere qualcun altro; tutti i sogni di Firmino e dell’intera umanità sono nutriti dalla lettura e dalle storie narrate da milioni di scrittori. La visione malinconica della vita fa che i sogni siano l’unico modo per sfuggire alla crudele realtà e di conseguenza i libri da cui nascono i sogni siano un modo di vivere ispirato dallo stesso Firmino. Nonostante la mia naturale repulsione ai libri scritti in prima persona, ho trovato Firmino un gran bel libro (anche se troppo complesso per la tanto cercata e fin troppo trovata filosofia dell’esistenza impressa dall’aurore in ogni pagina) da cui traspare certo una visione malinconica della vita che viene però bilanciata dal profondo significato che viene attribuito ai sogni in grado di rendere magnifica anche la vita più triste. Tuttavia non possiamo per sempre vivere dentro i sogni, prima o poi (come insegna Firmino) bisogna affrontare la dura realtà con i suoi problemi.

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  14. FIRMINO
    Nei locali di una libreria di Boston negli anni sessanta, si svolge la vita di un topo. Ultimo di 13 fratelli, riesce a sopravvivere grazie ai libri, cibo per il corpo ma soprattutto per la sua mente. Tra soffitte e scaffali polverosi, Sam Savage con "Firmino" (Einaudi, 2008) narra le vicende del piccolo roditore auto-elevatosi a icona intellettuale.
    Boston non offre molti luoghi dove mamma Flo possa partorire la sua nidiata di topolini. Ecco allora che la libreria di Norman si presenta come provvidenziale. L'ultimo a nascere è Firmino, il piu gracile. Il momento dell'allattamento diventa una guerra per i topolini, in quanto le mammelle di Flo sono 12 e i piccoli sono 13. Firmino perde il confronto con i fratelli e deve arrangiarsi cercando qualcosa che possa nutrirlo al posto del latte materno. Troverà, nella cellulosa dei libri, la sua fonte primaria di sostentamento. E ben presto, la carta delle pagine diventera nutrimento per la mente prima che per il corpo. Imparera a leggere e si convincerà che le piu grandi figure della letteratura mondiale possano fungere da maestre di vita anche per un topo come lui; cosi, tra una pagina e l'altra, Firmino vivra le avventure di Anna Karenina, attraversera le pagine di Lolita e si innamorera perdutamente di Ginger Rogers, al punto di immedesimarsi in un Fred Astaire d'altri tempi.
    La storia di Savage si snoda lungo i locali angusti della libreria di Norman e la casa di Jerry, dove Firmino andra a vivere in qualita di "ratto di compagnia". Una serie di riflessioni introspettive narrate in prima persona dal piccolo topo di citta. Pensieri in libertà di un roditore che usano come cornice gli spunti forniti dai grandi autori letterari. La libreria in cui vivere diventa quindi metafora di un percorso di crescita che però non va oltre il puro e semplice riassunto dei fatti. Si ha come l'impressione che il protagonista sia un uomo finito per errore nel corpo di un topo,una sorta di diario quotidiano che non ha altra ragione d'esistere se non quella di narrare gli avvenimenti, durante il loro divenire accompagnandoli da commenti in cui il protagonista recita la parte di eroe decadente.Questo libro mi è piaciuto molto per che parla di un topolino che riesce a vivere solo leggendo le storie dei libri . Il piccolo topo ci vuole anche dimostrare che ogniuno nella vita se la deve cavare da solo anche se poi non ce la fa però sa che ha fatto qualsiasi cosa per affrontare le sue difficoltà.

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  15. Firmino

    Firmino, libro scritto da Sam Savage, è una racconto che parla delle avventure di un topolino metropolitano. Firmino è nato in una libreria di Boston da una grossa pantegana alcolizzata di nome Flo alla fine degli anni 60’. E’ il tredicesimo cucciolo di una nidiata di topolini e visto che la madre ha solo dodici mammelle, lui veniva sempre tagliato fuori dai suoi fratelli dall’allattamento, per non morire di fame comincia a rosicchiare la carte che sua madre ha messo nella loro tana. Dopo qualche giorno, invece comincia a mangiare i libri e a riconoscerli dal loro sapore, ma ben presto scopre che i libri non sono solo buoni da mangiare e così diventa un grande lettore, veloce e intelligente. Inizia ad immedesimarsi nei protagonisti a immaginare di rivivere le loro storie. Affascinato e incuriosito dall’essere umano inizia a spiare il padrone della libreria, Norman, dal quale rimane molto deluso poiché invece di diventare suo amico, come sognava Firmino, scoprendolo cerca invece di avvelenarlo. In seguito a questa delusione, decide di scappare dalla libreria e di andare al parco per incontrare altri esseri umani, ma dopo essere stato bastonato dai passanti, viene raccolto da Jerry Magon, uno scrittore di poco successo che educa e “civilizza” Firmino. Jerry lo considera un semplice animaletto dalle strane abitudini, come quelle di leggere libri, e non lo considera un amico, come Firmino vorrebbe. Dopo la morte di Jerry, il quartiere dove Firmino a vissuto viene distrutto, insieme alla libreria, per attuare un nuovo piano edilizio e lui si ritrovo di nuovo solo e racchiuso nella sua malinconia. Questo romanzo è molto malinconico con un finale triste. L’autore usa Firmino come metafora dell’uomo, infatti il topo assume dei comportamenti e si imbatte in delle situazioni molto umane, come: la malinconia, la solitudine, il terrore e l’ossessione di fare una bella impressione, ecc. Un altro aspetto molto umano è che di fronte alla realtà firmino si rifugia nelle sue convinzioni, poiché ha paura di affrontarla. Con ciò, voglio dire che l’autore raffigura tutte le nostre debolezze facendoci assomigliare a dei topi, animali che le persone spesso disgustano.

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  16. FIRMINO

    “Firmino” è un romanzo scritto da Sam Savage che narra la storia di Firmino, un piccolo roditore di città nato nella libreria di Norman Shine, l’unico luogo di rifugio per la madre. L’ultimo di 13 fratelli, Firmino deve sostentarsi da solo perché le mammelle della madre sono 12 e i piccoli da sfamare 13. E’ proprio la voglia di continuare a vivere che lo porta a mangiare i libri quando, in seguito, comincia anche a leggerli. Infatti, per Firmino, i libri sono cibo per il corpo e soprattutto per la mente tanto che, da quel momento, comincia ad esplorare la libreria e appassionarsi alla letteratura e ai film d’epoca. Infatti lui imparerà a leggere e si convince che, i grandi della letteratura possono fungere da maestri di vita anche per lui, che è un topo. E’ proprio la scoperta di nuove cose che legherà per sempre Firmino all’umanità. Il piccolo roditore, accorgendosi della presenza del proprietario della libreria, Norman Shine, ne descrive le abitudini e gli sguardi. L’attenzione di Firmino per quell’uomo nasce dal suo bisogno d’essere riconosciuto: infatti le emozioni proprie del genere umano gli hanno precluso tutti gli aspetti della vita condivisi con i suoi simili. Lo scopo di Firmino è quello di mostrare al mondo e soprattutto a se stesso che lui “esiste”, perché lui trascorre la propria vita in solitudine: la curiosità nei confronti di Norman lo spinge verso un desiderio di accoglienza nel genere umano. Firmino fa tenerezza per il suo voler comunicare qualcosa a qualcuno, però Norman cerca a tutti i costi di avvelenarlo. Firmino sopravvive solo per casualità. Successivamente il piccolo roditore viene accolto e accudito dallo scrittore Jerry Magoon, come “ratto di compagnia”. Dal rapporto creatosi fra i due, emerge ancora una volta la solitudine di Firmino. Dopo la morte di Jerry, il quartiere viene disfatto e Firmino si sente sempre più solo. Passando gli anni, Firmino avverte sempre di più la stanchezza nel vivere ossessionato dalla malinconia. Questo libro mi è piaciuto moltissimo perché mette in risalto la discriminazione e l’emarginazione, ma anche l’alienazione e l’incomunicabilità dei nostri tempi. La vittima, in questo caso, è Firmino che, per le sue dimensioni, viene escluso da tutti e da tutto. Lui è il simbolo della solitudine e di coloro che sono messi ai margini della società moderna. E’ proprio per questa ragione che Firmino riesce a trovare sfogo nella lettura accanita, appassionandosi totalmente alla letteratura e ai film. Inoltre Firmino è un sognatore che riesce ad immedesimarsi così tanto nei libri che legge, da viaggiare con la mente in moltissimi luoghi. Possiamo dire che Firmino è un inetto perché la sua “malattia” è anche il disagio del vivere in solitudine, che si traduce in una sfiducia non solo negli altri, ma anche in se stesso e quindi in una sfiducia nei propri mezzi.

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  17. Sam Savage, Firmino.
    Firmino è l'opera che ha reso famoso Sam Savage, uno scrittore nato nel 1940, che dopo una laurea in filosofia, senza trovare possibilità di lavoro scopre il suo talento di scrittore. La storia di Firmino è ambientata nella Boston degli anni '60, precisamente a Scollay Square, nel negozio di libri Pembroke books, il cui proprietario è Norman Shine. Firmino nasce per ultimo da una cucciolata di 13 topi, cosi da trovarsi gia svantaggiato, poichè sua madre Flo ha solo 12 mammelle. Malnutrito e poco curato dal resto della famiglia, inizia a mangiare carta. Inizia con la carta del suo nido, chiamato da lui "mongolfiera", ma quando scopre di essere circondato dai libri, non resiste e inizia a mangiare anche quelli. Pian piano ne scopre il vero valore, e inizia a leggerli. La madre Flo nel frattempo incomincia a portare i cuccioli fuori dalla tana, per dare loro un’ idea di come sarà la loro vita dopo. Firmino però preferisce la sua tana, e anche quando tutti i suoi fratelli e la madre se ne vanno, decide di rimanerci. Diventa un infaticabile lettore, che nonostante sia uscito pochissime volte da quella tana ha una grande cultura. Si impersona in alcuni dei personaggi che ama dei libri che legge e spesso immagina lunghe conversazione con il proprietario della libreria Norman, di cui cerca di capire la personalità dai rigonfiamenti sul capo, come aveva letto su uno dei tanti libri "mangiati". Gli attribuisce soprannomi molto curiosi come "lo spadaccino" per il modo che ha di estrarre un libro dallo scaffale e di porgerlo al cliente. Arriva un momento in cui però Firmino è costretto ad uscire dalla tana per procacciarsi cibo, non potendo mangiare solo carta e cosi scopre il rialto, un cinema pieno di matti che la sera trasmette spettacoli pornografici con attrici famose che Firmino è solito chiamare "bellezze" e da cui è particolarmente attratto. Tra i posti a sedere trova spesso popcorn, che porta nel negozio per poterli mangiare. Firmino è come "innamorato" di Norman, ma non è un amore tanto ricambiato.. anzi non lo è per niente. Dopo aver notato il topolino dentro il negozio, Norman cerca di ucciderlo avvelenandolo, ma Firmino scopre la trappola, e riesce a scappare. Fugge nel parco pubblico dove cercando di conoscere qualche essere umano riceve solo una bastonata che lo rende zoppo. Viene salvato da Jerry Magoon, uno scrittore di scarso successo, frequentatore di Pembroke books, che lo porta a casa sua, sopra il negozio di Shine. Qui Firmino si troverà a suo agio, infatti Jerry lo tratta benissimo tanto da lasciarlo gironzolare per la casa tranquillamente. Jerry è un tipo stravagante, esce spesso e torna quasi sempre ubriaco, a volte porta con se Firmino, dicendo a chi lo vede per strada che lo ha "civilizzato". Putroppo un giorno, nel tornare a casa, ubriaco fradicio, Jerry cade dalle scale e muore (o almeno cosi pensa Firmino). Il giorno dopo il topo scende al negozio di libri e sente vociferare le diverse persone che lo affollavano, sul fatto che Jerry avesse avuto un ictus. Il romanzo finisce in un contesto davvero triste e pieno di solitudine: Firmino vede distruggere Scollay Square, per attuare un nuovo piano edilizio. Ormai rimasto completamente solo, Firmino si lascia andare alla lettura, che tanto ha accompagnato la sua vita di sogni. E' un libro davvero bello, mi è piaciuto molto e, se all'inizio lo reputavo noioso mi sono dovuto ricredere ,è diventato avvinciente. Il finale è molto brutto e per certi versi "inaspettato" anche se la prossima distruzione di Scollay Square era già stata citata. Sam Savage è stato geniale nel sostituire la figura dell' avido lettore con un topo, che è spesso respinto dall' uomo, accomunandoli per questa caratteristica.

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  18. Firmino
    La storia di Firmino è raccontata nel piccolo romanzo dello scrittore statunitense Sam Savage. La storia di Firmino è ambientata nel quartiere Scollay Square dove, all’interno di una piccola libreria, Firmino nasce insieme ai suoi dodici fratelli. A seguito di una mal nutrizione l’istinto di sopravvivenza del piccolo roditore lo spingono a cibarsi dei libri. A poco a poco però Firmino scopre il vero valore dei libri finendo con il leggerli prima di mangiarli. Con il trascorrere del tempo però i piccoli ratti crescono e, un po’ alla volta, escono dalla libreria per esplorare nuovi luoghi, eccetto Firmino il quale preferisce rimanere nella libreria a leggere e a fantasticare sui vari racconti letti nei libri. Immagina inoltre di istaurare un rapporto con il proprietario della libreria convinto che sia un uomo pieno di bontà ma, l’uomo, di nome Norman, alla vista del ratto tenta di avvelenarlo. Da tale gesto Firmino ne esce sconvolto cadendo in una depressione nella quale desidera, essere un uomo. Uscendo dalla libreria il ratto cerca di istaurare rapporti con gli umani conoscendo così, dopo essere stato colpito in una gamba, lo scrittore di mezz’età Jerry il quale lo porta nella sua camera d’albergo per prendersi cura di lui. Con Jerry istaura un ottimo rapporto d’amicizia che però non dura molto. Infatti, a seguito di un incidente Jerry muore lasciando il roditore in una triste solitudine. La morte dell’amico inoltre, è accompagnata dalla demolizione del vecchio quartiere di Scollay Square e con essa la tanto amata libreria nella quale Firmino aveva trascorso gran parte della sua vita. Negli ultimi giorni della sua vita Firmino si abbandona pienamente alla lettura. Il libro di Sam Savage mi ha molto appassionato facendomi riflettere molto su alcuni aspetti della nostra civiltà. Questo racconto rispecchia la società contemporanea nella quale avvolte per andare avanti e superare la malinconia della vita quotidiana c’è il bisogno di immaginare una realtà migliore. Inoltre il modo in cui Firmino, pur volendo essere visto come un grande letterato, è visto solamente come un topo o come un infestatore, rappresenta il modo in cui nella nostra società alcune persone sono emarginate perché non rispecchiano il modello di persona ideale.

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  19. Questo è il commento di Issam Gaidi che non è riuscito a caricarlo.

    FIRMINO

    FIRMINO E' IL ROMANZO D' ESORDIO DELLO SCRITTORE AMERICANO SAM SAVAGE, PUBBLICATO PER LA PRIMA VOLTA NEL 2006 E IN SEGUITO IN ITALIA NEL 2008.
    LA STORIA, AMBIENTATA A BOSTON, E' RACCONTATA DAL PROTAGONISTA FIRMINO ATTRAVERSO UN FLASHBACK(ANALESSI).
    FIRMINO E' UN PICCOLO TOPO, NATO DA UNA PANTEGANA UBRIACA NEL SEMINTERRATO DI UNA LIBRERIA. PER EVITARE LA FAME, SI TROVA COSTRETTO A NUTRIRSI DI LIBRI, POICHE' NON TROVA POSTO PER ESSERE ALLATTATO DALLA MADRE. IN SEGUITO, SI APPASSIONA A CIO' CHE MANGIA E IMPARA A LEGGERE LIBRI. QUANDO, POI, RIMANE SOLO NELLA LIBRERIA(LA SUA FAMIGLIA LO HA ABBANDONATO PER TROVARE CIBO ALTROVE), IL PICCOLO TOPO ESPLORA TUTTI I TUNNEL SCAVATI DAI TOPI VISSUTI PRIMA DI LUI E RIESCE A FINIRE DI LEGGERE TUTTI I LIBRI MESSI NEGLI SCAFFALI.
    DURANTE IL SUO "SOGGIORNO" NELLA LIBRERIA, SI AFFEZIONA AL PROPRIETARIO NORMAN SHINE E UNA SERA CERCA DI FARSI NOTARE DA QUEST' ULTIMO. NORMAN, TROVANDO DAVANTI AI SUOI OCCHI UN PICCOLO TOPO DI FOGNA, CERCA DI UCCIDERLO, AVVELENANDOLO. SCAMPATO ALLA MORTE, FIRMINO ABBANDONA ANCH'ESSO LA LIBRERIA E S'INCAMMINA VERSO IL PARCO VICINO. GIUNTO Lì, DOPO ESSERE STATO PICCHIATO DA ALCUNI PASSANTI, VIENE RACCOLTO E SUCCESSIVAMENTE ACCUDITO DALLO SCRITTORE JERRY MAGOON.
    TRA IL TOPO E LO SCRITTORE S'INSTAURA UN FORTE RAPPORTO DI PROFONDO RISPETTO E DI GRANDE AMICIZIA.
    DOPO LA MORTE DI JERRY, IL VECCHIO TOPO RIMASTO SOLO, ASSISTE ALLA DEMOLIZIONE DELLA SUA LIBRERIA AD OPERA DELLE RUSPE PER L' ATTUAZIONE DEL NUOVO PIANO EDILIZIO.
    LA VITA DI FIRMINO E' MOLTO SFORTUNATA E MALINCONICA. L' UNICA PERSONA DI CUI SI AFFEZIONA, CERCA DI UCCIDERLO E L' UNICA PERSONA CHE LO "AMA", MUORE, LASCIANDOLO SOLO.
    IL LIBRO INIZIA BENE, MA POI SI "PERDE". LA BELLEZZA DI QUESTO LIBRO E' IL SUSSEGUIRSI DI EMOZIONI, DALLA TENEREZZA ALLA MALINCONIA.
    LA FRASE CHE MI HA MAGGIORMENTE COLPITO E' STATA: "... PER QUANTO PICCOLO E INSIGNIFICANTE TU POSSA ESSERE, NULLA VIETA CHE LA TUA FOLLIA SIA TRA LE PIU' GRANDI..."

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  20. Questo è il commento di Alessandro Lentini che ha problemi nel caricarlo.
    FIRMINO
    Sam Savage è uno scrittore statunitense cresciuto in una cittadina della Carolina del sud nel 1940, a Camden. Egli ottenne un dottorato di ricerca in filosofia a Yale. Same inoltre fece tanti altri lavori come: il falegname, il pescatore, il meccanico ecc.... Quella di Firmino è la sua prima opera. Firmino è un topo, ultimo di una cucciolata che non riuscì a nutrirsi come tutti gli altri, ma l'istinto e la voglia di sopravvivere lo portarono avanti. Lui vive in un negozio di libri chiamato PEMBROKE BOOKS. Firmino per la fame rosicchia i libri però quando comincia a leggerli si pente di averli mangiati perchè capisce la loro importanza infatti grazie a loro lui comincia ad avere un' ottima cultura e conoscenza. Firmino comincia a fare esperienza esterna con la madre e la sorella ma rinuncia perchè il suo vero posto è nella libreria, quindi comincia a ispezionarla e trova alcune postazioni a lui favorevoli dove può vedere i movimenti degli uomini e soprattutto di Norman, il libraio. Quando legge un libro si immedesima sempre nel personaggio e crede che tutte le vite hanno un destino e che anche la sua ne abbia uno cosi comincia a cercarlo sui libri. Un giorno sul giornale Globe legge che i cittadini erano stati avvisati che il quartiere storico dove si trovava la libreria sarebbe stato demolito per dare posto alla costruzione di edifici governativi. Scollay Square cominciò a svuotarsi, anche Norman cominciò a liberare la libreria. Firmino trovò un anello e lo mise nella scrivania in segno di affetto per Norman. Poi trovò una rosa e la mise nella tazza ma Norman non capiva come fosse finita li. Finalmente un giorno Norman si accorse di lui ma Firmino capì di non essere amato dall'uomo. Dopo essersi ripreso dalla delusione di non essere accettato si spostò verso Scollay Square dove li venne colpito da un bastone e stordito. Il giorno seguente dopo essersi svegliato si ritrovò all'interno di una scatola salvato da Jerry. Jerry era un tipo allegro che sorrideva quando vedeva Firmino leggere. Jerry scriveva romanzi, li autografava, li cuciva e gli metteva anche la copertina di cartone dove scriveva il titolo a caratteri cubitali.. Parlava dei suoi sogni a Firmino. Un giorno mentre tornava a casa Jerry cadde dalle scale e non ritornò più cosi Firmino si ritrovò nuovamente solo e si dovette arrangiare per vivere. Andò a cercare il suo primo libro, lo mise in un angolo e si accovacciò dentro. Intanto i rumori esterni si mescolavano con i rumori dati dalla sua fantasia e pensava anche che quando la fine arriva le parole hanno tutte lo stesso significato. Leggendo il libro si capisce che Firmino avendo letto tanti libri ed essendosi fatto un'ottima cultura si sente quasi somigliare agli uomini ma quando questi lo allontanano, lui sta male, proprio come gli uomini. Firmino ci fa capire che chi si sente diverso dagli altri o non accettato sta molto male, soffre di malinconia, solitudine e il più delle volte vive rifugiandosi nei vecchi ricordi.

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  21. FIRMINO!
    Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. È il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l'unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia, Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per l'attuazione del nuovo piano edilizio.

    In una Boston fredda e inospitale, popolata da vecchi ubriachi e uomini in cerca di facili passatempi, l’unico rifugio per la giovane e indifesa Flo, è lo scantinato di un affollato negozio. Il tepore che proviene da laggiù calma i suoi tremori, e la carta che contiene in abbondanza placa il suo proverbiale appetito... Flo è la madre di Firmino e dei suoi dodici fratelli. L’unico posto sicuro che ha trovato per mettere al mondo la sua nidiata di topini sono gli scaffali di un’enorme libreria abbandonata, che funge da giaciglio per la notte e anche, sempre più spesso, da prima colazione.
    Avevamo già visto il mondo attraverso gli occhi di un topo, soprattutto nei fumetti (non solo quelli destinati ai bambini, un esempio per tutti Maus di Art Spiegelman) così come c’eravamo già imbattuti nelle blattelle divoratrici di libri di Daniel Weiss (Gli scarafaggi non hanno re). Ma stavolta ci troviamo di fronte a una storia molto più complessa: un vero e proprio romanzo di formazione che vede il povero Firmino intento nell’impresa di conoscere il mondo. Ma un topo nato e cresciuto tra i grandi maestri della letteratura mondiale ha un solo strumento per interpretare la realtà, cioè la fantasia. Fuori dalla sua tana, alla scoperta del mondo, Firmino può finalmente mettere la letteratura alla prova dei fatti. Le donne di Lawrence, le paure di Anna Frank, il mondo intero di Oliver Twist si sgretolano di fronte a una realtà difficile e crudele, dove le immagini incantevoli legate alla lettura lasciano il posto agli incubi di una vita di stenti. Firmino osserva e sogna, cercando fuori dagli scaffali tutta la fascinazione che lo ha nutrito durante l’infanzia e trovandosi alla fine al cospetto della più grande fantasmagoria del secolo passato: il cinema.
    I protagonisti di questo delicatissimo romanzo di Sam Savage, uno stupefacente autore esordiente, non sono i libri, come potrebbe sembrare, e neanche il cinema, come si direbbe inoltrandosi nella lettura, ma è quel lento, magico processo di nutrimento culturale che, attraverso le parole e le immagini, alimenta il nostro spirito. Una ricerca incessante di senso che riguarda tutti i piccoli curiosi roditori del mondo: voraci come topi, insaziabili, spesso invisibili. Nelle oscure cantine delle nostre città un esercito di piccoli pensatori divora le idee del mondo. Tutti quelli che, come il nostro Firmino, ogni giorno affrontano la prova decisiva con loro stessi, con la loro immagine, con il disincanto e la disillusione. Firmino coglie fino in fondo tutte le occasioni che la vita gli offre, senza rendersi conto, alla fine, di essere diventato per noi lettori come uno dei personaggi letterari che hanno popolato la sua vita.

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  23. Un topo si aggira per l'Europa. Nato in America nel 2006 dalla penna di Sam Savage – ex professore di filosofia, meccanico, carpentiere e pescatore – in soli mille esemplari, il ratto si fa largo tra i molti premi letterari. Il topo in questione si chiama Firmino ed è venuto alla luce in un freddo seminterrato di Boston, il 9 novembre 1961. La madre Flo è un'ubriacona, "sovrappeso" e "disgustosa": sente che è venuto il momento di partorire, così si getta negli scantinati di una libreria affacciata su Scollay Square. Qui partorisce tredici topolini: Firmino è l'ultimo a vedere la luce, il più debole e il più lento ad accaparrarsi una delle dodici mammelle. È la fame,bisogno primordiale, che lo porta a mangiucchiare le pagine dei libri, che abbondano sugli scaffali: ma pagina dopo pagina, deriso dai fratelli, Firmino trova un presto un altro modo di assaporare quei tomi. Un modo molto umano: leggerli. Abbandonato dalla madre e separatosi dai fratelli, il ratto trascorre gran parte delle sue giornate leggendo di tutto. Mentre i suoi simili vagano per Boston a caccia di rifiuti e pozze luride, Firmino incontra i grandi della letteratura (Joyce, Tolstoj, Kafka, Fitzgerald…), i filosofi, gli scienziati e i semplici manuali tecnici. Gli unici svaghi sono quelli serali: quando la libreria chiude i battenti, Firmino sguscia fuori e si chiude in un cinema a luci rosse rosicchiando popcorn. Nel corso della vita, Firmino conosce due uomini. Il primo è Norman, proprietario della libreria: si rivelerà una delusione. Il secondo è Jerry, scrittore hippy che sogna di trasferirsi a San Francisco e vende al parco le proprie opere di fantascienza. Ogni giorno che passa, intanto, è per il topo un motivo in più di sofferenza: vorrebbe scrivere e parlare con gli umani, ma sa di non poterlo fare. La sua condizione è paradossale: è più colto della media umana, ma il suo cervello è racchiuso nel corpo di un ratto orripilante. Sul capo di Firmino, e su quello di Scollay Square, si abbatte presto un duro colpo: tutto il quartiere deve essere demolito per fare spazio a nuove costruzioni più moderne, pulite e funzionali. Tutti, dagli abitanti del quartiere a Firmino, passando per il proprietario della libreria e il cinema a luci rosse, dovranno fare i conti con una condizione di precarietà concreta ed esistenziale: ad ognuno il compito di trovare una nuova strada, via da un quartiere proiettato ormai verso il futuro. Lo scrittore con questo libro vuole insegnarci che nella vita dobbiamo essere autonomi, cavandocela sempre da soli, senza dipendere da nessuno!

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